La periferia del teatro
di Mauro Daltin (già pubblicato su Carta Estnord)
Gradisca di Sedegliano è un piccolo paese della Bassa friulana ancora “al di qua dall’acqua”, dentro quel pasoliniano confine che è il Tagliamento, fiume che quando lo attraversi, ti pare già di non essere più in Friuli. Ce ne sono decine di paesi simili fra Codroipo, Spilimbergo e Udine. Li taglia a metà una strada, le case sono basse con i cortili interni che aprono mondi invisibili, lontani dagli occhi, poca gente per le strade, uno o due osterie come ritrovo.
Sono di questo paese di poche anime i tre del mitico Teatro Incerto: Fabiano Fantini, Elvio Scruzzi e Claudio Moretti. Tutti e tre di questa frazione di cui è originario anche il pianista Glauco Venier, famoso in mezzo mondo o lo scrittore e giornalista Max Mauro. Strano paese Gradisca di Sedegliano.
Possiamo definire il Teatro Incerto come un vero e proprio fenomeno teatrale: ventisette anni di attività, migliaia di repliche in ogni angolo del Friuli e anche in giro per il mondo, spettacoli diventati mitici e che ormai fanno parte della cultura di questa terra; un modo di fare teatro che non ha eguali non solo in regione, ma anche fuori dai confini.
Hanno calcato teatri, sale sgangherate adibite per l’occasione, auditorium, e in questo modo hanno scoperto il Friuli, lo hanno visto cambiare, sono diventati osservatorio privilegiato, occhio attento.
“Tutto è nato più di 20 anni fa a Gradisca dove, durante un laboratorio, abbiamo deciso di fare i clown. Avevamo già le idee chiare. Il laboratorio non doveva essere fine a se stesso, ma avere la finalità di salire sul palco. Il teatro va messo in scena, non può rimanere su carta. Avevamo scelto di fare i clown perché lì puoi fare un grande lavoro sul tuo personaggio comico, sul tuo mondo infantile. L’attore è altro. Ma iniziare così è stato fondamentale” racconta Claudio Moretti, attore professionista, volto conosciutissimo e amatissimo in Friuli. Leggi il seguito di questo post »